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Immagine del redattoreGiancarlo Zecchino

Fare l'interprete

Lavorare come interprete è faticoso! Per lavorare come interprete occorre ricevere un addestramento professionale. Non basta conoscere le lingue ad un ottimo livello, è necessario anche padroneggiare le tecniche dell’interpretariato. 

Io invece, come al solito, ho imparato lavorando e sbagliando. Sarebbe stato molto meglio ricevere un addestramento professionale prima di lanciarmi sul palco, prima di buttarmi in acqua rischiando di affogare, ma nella vita le cose puntualmente non vanno come da manuale. 

L’ho fatto per la prima volta nel 2010. Mi chiama Massimo, un mio amico italiano che viveva a Taichung, e mi dice: “C’è un’azienda che importa tinte per capelli che mi ha contatto per un lavoro da interprete di tre giorni. Io non me la sento. Lo vuoi fare tu?” Non è che io me la sentissi, men che meno che fossi pronto. Ma il desiderio di fare qualcosa di stimolante, anche a costo di rimetterci la faccia, e una buona dose di incoscienza giovanile, mi hanno spinto ad accettare senza esitare. Avevo solo pochi giorni per imparare di tutto e di più su taglio, colore e cura del capello, e di come spiegarlo in cinese!


La settimana successiva sono sul palco davanti ad una platea di più di cento persone. Accanto a me Claudio La Penna, un parrucchiere con alle spalle anni di esperienza in seminari e fashion show. Tutto va liscio! Una parrucchiera presente in platea rimane così colpita dalla riuscita del seminario, che chiede il mio contatto e lo gira ad un giornalista che dirige una rivista di settore online per parrucchieri. Il giornalista mi fissa un appuntamento per un’intervista. La pubblica sul suo sito, e dall’allora sono diventato “l’interprete dei parrucchieri”.

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